Le Domande

  1. Parlaci di te: dati anagrafici (nome, età, lavoro, parrocchia, etc.), ruolo associativo nel mandato che si sta chiudendo
  2. Tu e l'associazione: le motivazioni che ti hanno portato ad aderire la prima volta, le motivazioni che ti portano ad aderire oggi all'Azione Cattolica
  3. Tu ed il futuro dell'associazione: dove vedi impegnata l'AC nel prossimo triennio e perché (le priorità dell'AC dal tuo punto di vista)
  1. Francesco Bortolin (Corva)
  2. Silvia Bortolin (Cordenons SMM)
  3. Renè Capuzzo (S. Martino-Arzene)
  4. Tatiana Bortolotto (Prata)
  5. Guido Fradeloni (Porcia)
  6. Tamara Ciot (Maron)
  7. Michele Putignano (San Giovanni-Casarsa)
  8. Lisa Moni Bidin (Fossalta)
  9. Silvia Piai (Rorai Piccolo)
  10. Anna Toldo (San Giovanni - Casarsa)

René Capuzzo

  1. Mi chiamo René Capuzzo, sono nato il 16/12/1986 a Spilimbergo e sono uno studente del liceo scientifico di San Vito. Vivo a San Martino al Tagliamento.
  2. Perché ho aderito la prima volta? Mia mamma Clorinda non mi ha lasciato tregua, per cui la mia adesione all'AC risale a quando dovevo ancora nascere. Mi piace dire che faccio parte dell'azione cattolica non tanto perché sia la realtà che maggiormente coinvolge i giovani o l'unica presente nel mio paese, bensì perché credo che sia una realtà accogliente e creativa dove si incontrano persone attive e perché penso che possa diventare anche la Mia realtà. L'ac la considero una scuola in cui imparare a fare le proprie scelte.
  3. Io vorrei una AC attenta al dialogo ed alla collaborazione e presente nella vita delle persone. Vorrei che si iniziasse a collaborare in parrocchia, con le altre realtà presenti.
    Insomma vorrei che l'ac fosse una stanza di una casa ma la più accogliente e bella possibile. E' brutto vivere in un monolocale!

Anna Maria Toldo

  1. Mi chiamo Anna Maria Toldo, ho 24 anni, sono laureata in Relazioni Pubbliche e attualmente lavoro presso uno studio commercialista come segretaria/receptionist. Sono aderente nell'associazione interparrocchiale di Casarsa-S.Giovanni, dove svolgo anche l'attività di animatrice di un gruppo giovanissimi. Da quest'anno ho deciso di impegnarmi anche a livello diocesano e sono entrata a far parte dell'Equipe SG come... segretaria.
  2. Sono entrata in AC molto tardi, a 17 anni, incuriosita da un mondo a me totalmente sconosciuto: inizialmente, dunque, l'adesione aveva per un significato puramente economico, cioè di contribuire con una piccola somma alla vita dell'associazione. Con il tempo ho conosciuto l'associazione ed i suoi scopi ed ora la mia adesione è diventata un interrogarmi sul mio essere cristiana ed il rinnovo annuale degli impegni presi, verso la parrocchia, ma prima di tutto verso me stessa, in quanto giovane in cammino verso la formazione.
  3. Nel prossimo triennio vedo un'AC proiettata verso il mondo giovanile: il settore giovani è sicuramente una risorsa preziosa per la nostra associazione, perchè contiene il nostro futuro; esso va quindi tenuto in forte considerazione e fatto crescere perchè la nostra forza risiede proprio nelle menti e nei cuori di chi in questo momento ci sta crescendo sotto gli occhi...

Michele Putignano

  1. Mi chiamo Michele Putignano, ho 27 anni, lavoro come impiegato presso il Comune di Casarsa della Delizia nel Settore delle Attività Culturali, e come animatore del Progetto Giovani. Da cinque anni faccio questo tipo di lavoro, sono contento e soddisfatto della mia occupazione. Nella mia piccola cittadina sono impegnato anche con altre associazioni e gioco a basket. In Azione Cattolica ho ricoperto il ruolo di Presidente Parrocchiale della Parrocchia di San Giovanni Battista per parecchi anni; da tre anni abbiamo iniziato una stretta collaborazione con la Parrocchia di Casarsa ; proprio l' 8 dicembre 2004, in occasione dell'assemblea parrocchiale, abbiamo dato vita ad una delle prime associazioni interparrocchiali della nostra Diocesi. In questo nuovo mandato ricoprirò il ruolo di vice presidente giovani interparrocchiale. Presto servizio come animatore nel gruppo giovanissimi anno B di Casarsa.
  2. La prima volta che ho aderito avevo 9 anni. Aderire è stato per me tutto il percorso che mi ha portato a scegliere di far parte di un "qualcosa" che non sapevo essere così grande. Quando mi portarono l'invito personalizzato per partecipare alla festa del ciao e mi spiegarono un po' che cos'era l'ACR, io andai da mia mamma e le dissi: "Mamma, guarda che io domenica vado alla festa del ciao e pranzo là, anche se mi dici di no, vado lo stesso". Insomma... andai alla festa, mi divertii tanto e ritornai le domeniche successive. Una cosa che scoprii parecchi anni dopo e che mi fece capire perché mia mamma mi aveva lasciato andare alla festa senza alcuna minima difficoltà è che ero uno di quelli che si definiscono "figlio d'arte" o più o meno (visto che mia mamma e mia sorella avevano fatto parte attivamente dell'azione cattolica). Piccole coincidenze che mi ritornano in mente ogni volta che sento la parola "adesione"; ogni giorno ed in ogni istante siamo chiamati ad aderire all'azione cattolica. Ogni giorno siamo chiamati a dire il nostro Sì, a volte però il "pronunciarlo" è molto faticoso. Quest'anno con il gruppo giovanissimi abbiamo affrontato nelle sue sfaccettature il tema dell'adesione; tutto questo mi ha dato una forte motivazione nel cercare di trasmettere loro la passione che provo per quest'associazione che non è solo un'associazione ma che è anche uno stile di vita, una vera e propria azione verso gli altri e con gli altri.
  3. Il futuro dell'azione cattolica sta nei giovani e negli adulti: nei giovani, perché saranno i prossimi educatori, negli adulti, perché sono la storia e perché sono chiamati ad educare giorno dopo giorno i loro figli. I giovani inoltre hanno bisogno di forti motivazioni per la loro crescita nella fede e per diventare testimoni verso i coetanei: coloro che decidono di intraprendere il cammino di servizio all'interno dell'associazione, sono chiamati ad una formazione che deve essere adeguata alle loro caratteristiche ed al momento storico che stanno vivendo.

Francesco Bortolin

  1. Sono Francesco Bortolin, ho 26 anni e sono un elettricista. Vengo dalla parrocchia di Corva dove da 9 anni sono un responsabile educativo e ll'ultimo triennio ho ricoperto il ruolo di presidente parrocchiale. A livello diocesanono sono all'interno dell'equipe del settore giovani in cui mi occupo della formazione degli animatori.
  2. Ho aderito per la prima volta all'AC alle medie, perché volevo far parte di un gruppo di persone con cui stavo bene. Ora invece aderisco all'associazione perché è una delle vie per raggiungere la santità, percorso che da solo farei difficoltà a intraprendere senza un metodo e delle priorità chiare; inoltre senza di essa avrei difficoltà a sentirmi parte della Chiesa.
  3. Per questo vedo l'AC nei prossimi anni impegnata a dare vera attenzione alla persona, responsabili educativi in testa in modo da far percepire l'AC come una famiglia che ha cura di tutti, anche di quelli che non ne fanno parte con la capacita di esprimere le proprie opinioni su argomenti che interessano tutti.

Lisa Moni Bidin

  1. Sono Lisa Moni Bidin, ho 22 anni e sono della parrocchia "S.Zenone" di Fossalta di Portogruaro. Sto concludendo gli ultimi esami della laurea di primo livello in Marketing e Gestione delle Imprese a Venezia, per poi iscrivermi alla relativa laurea specialistica. Sono prima di tutto una giovane di AC e come impegno in parrocchia, dopo 5 anni di servizio come educatrice ACR, quest'anno sono passata come animatrice nel settore giovani. Faccio parte di un gruppo giovani della carità delle suore di Maria Bambina di Sacile, un ulteriore spazio che dedico alla mia formazione e di preghiera comunitaria, oltre al mio cammino personale di fede. Mi piace un sacco la pallavolo: gioco in prima divisione nella squadra del mio paese e alleno le ragazzine del minivolley. Come si può notare, sono una ragazza a cui piace fare molte cose, anche se desidero e mi impegno per farle bene. Sono solare, ottimista e mi piacciono le "sfide"... sono convinta infatti che, come diceva il nostro beato Alberto Marvelli, "è triste una giovinezza che non conosce la paura delle altezze!"
  2. Faccio parte dell'AC da quattordici anni, da quando ho iniziato a partecipare all'ACR in quarta elementare. A quell' età non mi preoccupavo di cosa potesse significare per me l'adesione all'associazione, ma ciò che mi ha fatto sempre partecipare con gioia era il fatto che, in un clima sereno e spassoso, si parlava e si rifletteva di argomenti importanti... ci stavo proprio bene! Ora le motivazioni sono cambiate, o meglio si sono arricchite di un vissuto (per quanto breve vista la mia età!) più profondo e maturo. L'AC mi ha fatto incontrare, conoscere e crescere nella fede e come persona, grazie alle persone che ho incontrato, alle esperienze che ho potuto vivere, agli interrogativi e provocazioni che mi hanno scosso e fatto crescere. Aderire all'AC è la mia scelta, per quanto difficile, di voler vivere la mia vita come credente coerente e presente. Sicuramente è un dono che ho ricevuto... così, gratuitamente, e non posso che esserne grata ed aderirne con gioia ed impegno!
  3. Penso che le consegne affidate dal Papa all'associazione come conclusione del Pellegrinaggio-Festa a Loreto indichino con forza il cammino da intraprendere: CONTEMPLAZIONE (impegno a camminare sulla strada della santità), COMUNIONE (promuovere la spiritualità dell'unità, essere fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà) e MISSIONE (portare da laici il fermento del Vangelo nelle case e nelle scuole, nei luoghi di lavoro e del tempo libero). A livello diocesano, le priorità per camminare in questa strada per me sono:
    • FORMAZIONE, sia come strumento che ti aiuta a mettere in discussione le personali motivazioni di adesione all'associazione, sia come preparazione e riflessione riguardo argomenti d'interesse, per essere aderenti con sapevoli, coerenti e attenti agli sviluppi sociali
    • PREGHIERA, non si può essere testimoni credibili se non attingiamo al cuore
    • RELAZIONI, sia tra i vari settori, sia tra i vari livelli (parrocchiale, zonale, diocesano, regionale, nazionale) per poter essere una voce unica e vivere maggiormente l'appartenenza all'associazione (anche mediante una maggiore informazione, soprattutto di contenuti oltre che di indicazioni organizzative)
    • PARTECIPAZIONE, essere più presenti nella società e nella comunità per far sentire la nostra voce con proposte, riflessioni e posizioni.

Tamara Ciot

  1. Mi chiamo Tamara Ciot, ho 23 anni e sono una studentessa. La mia parrocchia è quella di S.Michele Arc. di Maron. Sono stata responsabile ACR nel vecchio mandato e, per evoluzione naturale sono passata in ACG, ma nella mia parrocchia non ho ruoli. Per il nuovo mandato... mi do alla diocesi.
  2. Sono in AC da quando è nata a Maron e siccome avevo 10 anni quando mi sono tesserata per la prima volta non credo di ricordare i motivi che mi hanno spinta ad aderire, comunque ho sempre creduto nell'AC e ci credo tuttora. La mia costanza e la mia dedizione ne sono una prova(non si va avanti per molto tempo se non si crede in una cosa!)
  3. Nel prossimo triennio vorrei vedere impegnata l'AC tra la gente: bambini, ragazzi, giovani, adulti.

Guido Fradeloni

  1. Nome: Fradeloni Guido, Nato a Pordenone il 28-08-1981 (23anni). Parrocchia San Giorgio Martire - Porcia. Lavoro come insegnante d'informatica e svolgo lavoro d'ufficio c/o l'ARSAP a PN. Sono in associazione da 15-17 anni: sono animatore di un gruppetto di 15 giovanissimi e rappresentante dei giovani in consiglio Parrocchiale.
  2. La prima volta... ero un seiottino e non mi ricordo molto. Penso che sia stata colpa del mio vicino di casa che mi ha trascinato in questa gabbia di matti che tutti i sabati si ritrovava in oratorio... Oggi... in una vita piena di "scossoni" familiari ho scoperto che dicendo "sì" all'associazione mi sentivo parte di una vera e propria famiglia: con dei fratellini e delle sorelline minori a cui badare, dei fratelli maggiori che mi trascinavano in qualche nuova avventura, degli adulti e dei "nonni" da cui prendere esempio per la mia vita. Non ho trovato nulla di simile da altre parti, a volte nemmeno nella mia vera famiglia. Le esperienza fatte insieme mi hanno aiutato a crescere con una coscienza, con un atteggiamento critico alla vita, e non da sottovalutare, è cresciuta anche la mia fede... La mia adesione, quindi, è il mio impegno a voler camminare assieme a tutti i veri amici che ho in AC, per continuare a crescere imparando a dare tutto me stesso, imparando ad amare come Lui ci ha insegnato: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13-14).
  3. L'AC nel prossimo triennio... Credo ci sia molto lavoro da fare, se solo pensiamo a quello che ci ha detto il Santo Padre a Loreto (contemplazione, comunione e missione): c'è veramente tantissimo da fare e in tutte le direzioni, il punto di partenza credo stia in ognuno di noi, stia nel non smettere mai di chiederci chi siamo e di quale sia la nostra strada. "I giovani sono il futuro!" Frase retorica, ma è così... il problema più urgente, a mio parere, è far crescere dei giovani che siano in grado di essere degli adulti domani. Nella logica delle cose, i più grandi dovrebbero insegnare e passare il testimone ai più piccoli, ma purtroppo non sempre è così... troppo spesso capita che siano gli stessi giovani a formare altri giovani e se ci guardiamo intorno, di adulti nella nostra associazione ce ne sono sempre meno: è urgente chiedersi perché o domandarsi cosa abbiamo da offrire oggi come associazione agli adulti, ma io a 23 anni non ho risposte.

Tatiana Bortolotto

  1. Mi chiamo Tatiana Bortolotto, ho 29 anni, sono coordinatrice del Centro Studentesco Universitario "G.Calasanzio" di Portogruaro (VE). La mia Parrocchia d'origine è quella di S.Lucia di Prata di Pordenone. Sono responsabile del Settore Giovani Diocesano.
  2. Ho aderito la prima volta perchè mi fidavo delle persone che mi avevo fatto conoscere l'AC: rappresentavano per me degli esempi di vita nella fede, in famiglia, nella Chiesa e nel lavoro. Aderisco oggi perchè l'AC rappresenta il mio stile, il mio modo di essere giovane cristiana e perchè è il cammino di formazione che più mi ha insegnato a stare nella Chiesa e nel mondo.
  3. L'AC deve riuscire a dare a ciascuno un suo "posto" nel servizio alla Chiesa. Ci siamo impegnati a formare buoni educatori ed animatori. Ci sono persone che non si sentono portate per questo tipo di servizio, altre hanno famiglia o impegni lavorativi tali per cui diventa difficile chiedere loro un servizio che richiederebbe una o più presenze la settimana in parrocchia o in diocesi. La conseguenza è che qualcuno si senta "escluso" dall'Associazione (pur aderendovi), perchè non trova altro modo di spendersi se non attraverso il servizio educativo. Penso che l'AC diocesana debba compiere una seria riflessione in tal senso, al fine di individuare stili, spazi e tempi di servizio nuovi o rinnovati.

Silvia Piai

  1. Mi chiamo Silvia Piai ho 26 anni vivo dalla nascita a Roraipiccolo e faccio parte della parrocchia di S. Agnese. Lavoro da più di un anno al C.R.O di Aviano per la mia tesi sperimentale in farmacia che ho dovuto già rifare ma spero di laurearmi al più presto. Nella mia parrocchia sono animatrice di un gruppo AC di 18 ragazzi dai 15 ai 18 anni.
  2. La prima volta che ho aderito all'AC ero in prima media e sono stata invitata ad associarmi anche se non capivo bene ancora cosa fosse l'Azione Cattolica. Una prima idea me la sono fatta partecipando alla prima festa diocesana ACR, la cosa mi piaceva molto e con gli anni ho maturato il senso di appartenenza che mi ha accompagnato anche quando vivevo a TS per studiare e non ero attiva in parrocchia. Oggi aderisco perché credo fermamente che far parte dell'AC sia un modo per essere cristiani non solo in chiesa ma nella vita di tutti i giorni perché si riesce a fare un cammino di conoscenza di Cristo che porta ad amarlo e a servirlo.
  3. Nel futuro io mi vedo certamente in parrocchia a proseguire il cammino intrapreso con i miei giovanissimi ma mi vedo anche impegnata nell'unità pastorale e in diocesi anche se per questo mi ci vorrà un po' di rodaggio in quanto non sono mai stata partecipe alle attività diocesane (campi...) e non conosco il metodo di lavoro, la quantità di lavoro e su cosa si deve lavorare. Le prime riunioni di equipe mi hanno fatta sentire abbastanza estranea a questa realtà.

Silvia Bortolin

  1. Mi chiamo Bortolin Silvia, ho 29 anni. Sono una nuova tesserata della parrocchia di Santa Maria Maggiore (Cordenons) ma con il cuore sono ancora a Fossalta di Portogruaro. Dal 28 agosto ho iniziato l'avventura del matrimonio con Alessandro (capo scout... ma di quelli bravi!!!) lavoro come educatrice per l' Unione Italiana Ciechi con una ragazza il pomeriggio, mentre la mattina mi diletto al Liceo Marconi a seguire un ragazzo autistico che frequenta il ginnasio. In questi 4 anni ho terminato il cammino formativo con un gruppo di giovanissimi a Fossalta, termino il primo mandato come consigliere diocesano, da settembre 2003 faccio parte dell'Ufficio Formazione.
  2. La prima volta che ho aderito all'A.C. è stato perché nella mia parrocchia c'erano solo gruppi spontanei e si sentiva l'esigenza non solo di aprirsi ad altre realtà per conoscere nuove persone e per condividere le esperienze fatte, ma soprattutto di avere una formazione continua non solo come educatori ma come persone. Aderire oggi significa continuare a porre la fiducia su un Progetto che tiene sempre al primo posto l' attenzione al singolo perché figlio di Dio.
  3. L' A. C. nel prossimo triennio la vedo impegnata nell'agire concretamente per attuare le sfide che si é proposta con il rinnovamento dello statuto, nel radicarsi maggiormente nella realtà che ci circonda, nel formare delle persone a tutto tondo, che sappiano essere di Azione Cattolica nel quotidiano e che sappiano collaborare, al di là di inutili preconcetti, con più realtà e persone possibili. Il mio futuro nell'associazione lo vedo là dove l' associazione chiama! Mi piacerebbe, però, continuare a lavorare nell'Ufficio Formazione.