Le Domande

  1. Parlaci di te: dati anagrafici (nome, età, lavoro, parrocchia, etc.), ruolo associativo nel mandato che si sta chiudendo
  2. Tu e l'associazione: le motivazioni che ti hanno portato ad aderire la prima volta, le motivazioni che ti portano ad aderire oggi all'Azione Cattolica
  3. Tu ed il futuro dell'associazione: dove vedi impegnata l'AC nel prossimo triennio e perché (le priorità dell'AC dal tuo punto di vista)
  1. Giacinto Catarossi (San Quirino)
  2. Tiziana Capocasale (Cordenons SMM)
  3. Marco Crema (San Giovanni-Casarsa)
  4. Clorinda Del Bianco (Arzene-S.Martino)
  5. Fabio Giacomin (Fontanafredda)
  6. Michela Piva (Porcia)
  7. Marco Pasinato (Concordia)
  8. Edda Sist (Beato Odorico - PN)
  9. Silvio Ros (San Quirino)
  10. Marisa Sut (Cinto Caomaggiore)
  11. Corrado Zanetti (Sacro Cuore)

Silvio Ros

  1. Mi chiamo Silvio Ros, ho 40 anni e sono sposato. Abito a S. Quirino e la mia parrocchia è quella di S. Quirino. La mia professione è quella di medico veterinario. Sono stato Assessore nella legislatura negl'anni 1999-2003 per il comune di Zoppola. Attualmente sono animatore del gruppo giovani e membro di equipe diocesana adulti di AC.
  2. La prima volta: curiosità per le attività associative
    Oggi: il vivere la chiesa nelle sue dinamiche di evangelizzazione nel quotidiano
  3. Il futuro: un'associazione che si fa compagna di strada per le scelte del quotidiano alla luce della Parola e della dottrina sociale della Chiesa.

Corrado Zanetti

  1. Il mio nome è Corrado Zanetti, Ho 48 anni, sono sposato da 23 con Lucia ed ho una figlia di 13 anni, Chiara. Appartengo alla parrocchia del Sacro Cuore di Pordenone e faccio parte del consiglio parrocchiale di A. C. e sono vice presidente adulti.
  2. La decisione di aderire all'Azione Cattolica insieme a mia moglie l'abbiamo presa nel momento in cui abbiamo scelto di iscrivere nostra figlia all'ACR. Il motivo principale? ...per capire, crescere, imparare e camminare insieme come famiglia. Io mi ritengo fortunato di vivere in una parrocchia dove A.C. è attiva in tutti i suoi settori, con un gruppo molto valido di animatori ed educatori, notando purtroppo, che in altre realtà parrocchiali non è così.
  3. Per il prossimo triennio mi piacerebbe che A.C. Diocesana fosse più vicina alle realtà parrocchiali dove mancano educatori, assistenti, animatori e di conseguenza gli stimoli e la volontà per continuare.

Marco Pasinato

  1. Mi chiamo Marco Pasinato e vivo da un anno a Concordia Sagittaria in Largo Saccon 27\2; sono nato a Oderzo (TV) il 17 aprile 1971, sono sposato con Roberta e sto per diventare papà. Sono Laureato in ingegneria gestionale e lavoro come programmatore della produzione in un'industria del vetro. Durante l'ultimo mandato associativo non ho ricoperto alcuna carica e non ho partecipato alla vita associativa per impegni di lavoro e per dedicarmi alla formazione della mia nuova famiglia. Dopo che ci siamo trasferiti a Concordia ho accolto l'invito a partecipare agli incontri adulti dando la disponibilità ad aderire con grande e rinnovato entusiasmo al cammino associativo, potendo portare ora la mia esperienza di lavoratore e di giovane famiglia.
  2. Mi sono avvicinato all'AC quando avevo diciassette anni per trovare il supporto formativo e per seguire un gruppo di giovanissimi che andava formandosi nella parrocchia di Santa Rita in Portogruaro.
  3. Ho dato la mia disponibilita' per il prossimo triennio, perché volevo ritrovare i tanti amici con cui ho condiviso gli anni intensi dell'animazione e perché credo che l'AC debba lavorare molto per ridisegnare l'impegno dei laici nelle nostre parrocchie.

Michela Piva

  1. Sono Michela Piva, ho 40 anni, lavoro presso lo IAL di Pordenone, che è un'agenzia che organizza corsi di formazione. Sono della parrocchia di San Giorgio di Porcia. Attualmente faccio parte dell'equipe diocesana adulti e sono membro del Consiglio diocesano di AC per il settore adulti.
  2. Ho aderito per la prima volta all'AC a 17 anni come educatrice dell'ACR. Era finalmente l'occasione per poter fare qualcosa con e per i ragazzi. Con il tempo è poi maturata la consapevolezza che in Azione Cattolica ho trovato una modalità di vivere la Chiesa che mi piace e mi fa crescere. Condivido in modo convinto il suo dare priorità alla formazione, la sua idea di servizio, il credere nella possibilità dei laici testimoni del Vangelo nella quotidianità della vita.
  3. Per il prossimo triennio vedo un'AC sempre più, tra e con la gente, nelle varie situazioni di vita con un'attenzione particolare alla fascia dei giovani-adulti e alle famiglie.

Marisa Sut

  1. Mi chiamo Marisa Sut. Sono nata Cinto Caomaggiore (VE) il 12/01/1954 e sono residente in Via Bandida n°28 a Cinto Caomaggiore (VE), dove si trova anche la mia parrocchia. Sono casalinga, sono sposata ed ho tre figli. Oltre che ad essere un'aderente di AC, faccio parte anche del Gruppo di Solidarietà del mio paese.
  2. Le motivazioni che mi hanno spinto a questa mia adesione è quello di poter aiutare gli altri.
  3. Vedo l'impegno dell'AC molto importante per riuscire ad aiutare quelle persone che in questi anni si sono allontanate dalla parola di Dio.

 

Tiziana Capocasale

  1. Mi chiamo Tiziana Capocasale, ho 46 anni, sono un'infermiera professionale, la mia parrocchia è quella di S. Maria Maggiore di Cordenons, sono membro di equipe diocesana del settore adulti dal 1998.
  2. L'aver incontrato alcune persone di Azione Cattolica nel 1997, anno in cui ho trasferito la mia residenza e la mia professione nel Friuli Occidentale, ha senza dubbio contribuito a stimolare ulteriormente il desiderio di una ricerca interiore che ormai da tempo sentivo come un'esigenza sempre più forte. La decisione libera e consapevole però, di aderire proprio all'Azione Cattolica e non ad altri movimenti, è maturata qualche mese dopo, in seguito alla partecipazione ad un convegno organizzato proprio dal settore adulti che parlava del "Padre Nostro". E' stato per me un vero e proprio stravolgimento: mi è parso di sentirne parlare come fosse la prima volta ed era proprio così che ne avrei sempre voluto sentir parlare! Senza dubbio le motivazioni di base sono rimaste le stesse, ma oggi sento sicuramente più forti il mio senso di appartenenza, il mio credere sincero ai princìpi e ai valori su cui questa associazione si fonda, le mie esigenze di continuare a crescere nella fede e di una formazione permanente.
  3. Da sempre io sono un'eterna sognatrice ed anche per l'Azione Cattolica i miei sogni sono tanti, ma soprattutto due, sono i desideri che porto nel mio cuore e che vedo come urgenti:
    • Per quello che riguarda il mio settore, vorrei che fosse più valorizzato; ritengo di fondamentale importanza far decollare un "percorso formativo serio" che permetta agli adulti di crescere in autonomia ma, allo stesso tempo, in unità con gli altri settori e con la Chiesa diocesana.
    • Mi piacerebbe potesse nascere una commissione diocesana preposta, dopo adeguata formazione, di essere di supporto alle famiglie in difficoltà che purtroppo continuano ad aumentare di numero: mi riferisco a quei laici cristiani che vivono od hanno vissuto la grande sofferenza di una separazione o di un divorzio; coloro i quali non trovano più una loro collocazione nella comunità parrocchiale o diocesana; coloro i quali si sentono allontanati, scomodi in una comunità di"detti" cristiani. Non è facile comprendere fino in fondo la profonda solitudine nella quale queste persone vivono, quanto hanno bisogno di sentire il calore umano, l'accoglienza, la presenza... Questa potrebbe essere un'altra modalità per mettersi a servizio, certamente non semplice, ma potrebbe essere pensata come a una possibile sfida.

Clorinda Del Bianco

  1. Mi chiamo Clorinda Del Bianco, ho 48 anni, sono sposata dall'83 con Mauro Capuzzo e ho tre figli: René , Marcello e Gaia. Lavoro al Dipartimento ARPA di Pordenone in qualità di chimico responsabile del servizio tematico analitico per tutto il giorno, la sera, la notte; il fine settimana e tutte le feste faccio la moglie, la mamma, la casalinga e altro. Sono della parrocchia di S. Martino, a S. Martino al Tagliamento. Faccio parte dell'AC da quando ero beniamina. Seguo (o perseguito secondo alcuni) il gruppo educatori dell'ACR e faccio parte da diversi mandati, del Consiglio Parrocchiale.
  2. Non ricordo le motivazioni per cui mi sono iscritta la prima volta, molto probabilmente ho condiviso le scelte dei miei genitori, entrambi appartenenti all'AC fin da giovani, mio padre è stato tra i fondatori dell'AC nella parrocchia di S.Martino e ne era molto fiero. Mia madre ha seguito mio padre, diventando anche per un periodo presidente del gruppo donne di AC (non so se la definizione è corretta). Noi figli (otto per la precisione) abbiamo seguito i genitori almeno fino all'adolescenza. Per quanto mi riguarda ho cominciato a prendere coscienza dell'associazione alla fine delle scuole medie, quando travolta dall'entusiasmo (sconsiderato) di Don Luigi Pedron (allora pioniere, assistente della nascente ACR), sono stata nominata sul campo, all'età di 14-15 anni educatrice ACR con il compito di promuovere la nascita e di seguire i primi gruppi della nuova realtà dell'ACR, in parrocchia e in diocesi (non fraintendete, c'erano in diocesi, allora, pezzi di grande calibro, io ero una piccolissima rotella, ma c'ero). Ho condiviso dell'Ac tutte le battaglie per i diritti dei ragazzi, il protagonismo dei R., il valore della coeducazione ecc. A partire dal rinnovamento della catechesi ho condiviso le proposte dell'AC, di cammini differenziati per l'iniziazione cristiana dei ragazzi (catechesi esperienziale..) e dei giovanissimi. Ho aderito all'AC e ancora ne faccio parte perché è un modo di vivere e di essere Chiesa che mi è congeniale e mi piace pensare che lo è anche per molte altre persone di età, estrazione sociale , nazionalità ...diverse. Così c'e speranza di realizzare anche i progetti che sembrano impossibili!. L'AC vive nella parrocchia. Ho sempre pensato alla parrocchia come a una famiglia di cui faccio parte e che mi fa sentire serena e mi piace starci quando funziona, quando tutti si sentono accolti... e mi stressa e mi fa stare a disagio quando è inerte, o vuota o... insomma mi sento in parte responsabile di quello che succede in questa casa e sento il bisogno di dare il mio contributo per renderla migliore. Credo che l'AC preveda anche questo nel suo statuto. L'AC, secondo me, è una proposta per vivere il quotidiano della vita di fede (e non sopravvivere ad esso). L'AC è una associazione di Laici Cristiani (senza nulla togliere ai Presbiteri), e dato che i laici nella Chiesa sono in maggioranza e hanno il compito e la possibilità di "inculturare di cristianesimo" (parolaccia d'altri tempi ma di cui non trovo un sinonimo), la società umana, vorrei che diventasse veramente ciò che è (ripresa di un vecchio slogan "AC diventa ciò che sei!").
  3. Dire dove vedo l'AC impegnata nel prossimo futuro mi richiede una capacità di sintesi che purtroppo non possiedo, mi limito a fare qualche esempio e neanche ordinato in senso di importanza o priorità:
    • Dovrebbe rivedere la struttura formativa a partire dal ri-pensamento del cammino di iniziazione cristiana proposto ai ragazzi e del posto che esso occupa all'interno delle proposte della diocesi e della parrocchia.
    • Ripensare alle proposte rivolte ai giovani che (senza nulla togliere agli altri settori) dovrebbero essere la forza trascinante dell'associazione come lo sono stati all'origine (ricordo che i fondatori erano poco più che ventenni).
    • Rianimare gli adulti (troppo impegnati in altro? Troppo disillusi? Logorati? Impigriti dalla televisione?) che, nonostante tutto, sono quelli che nella società prendono le decisioni (o non le prendono che è lo stesso ma in senso contrario).
    • L'AC deve aiutare questa società a vivere la "multirazzialità" non come una marmellata informe che assuma il colore della specie dominante ma così come voluta da Dio (ciascuno a immagine di Dio e Dio lo sappiamo è Trinità).
    • Ecc. ecc.
    L'AC è il quotidiano, quello di cui non si ha mai niente da dire, ma che se cominciamo a descrivere impieghiamo una vita.

Edda Sist

  1. Sono Edda Sist, sposata con Claudio Portolan nel giugno del 69, felicemente nonna di Alberto, Camilla, Emanuele e Mariachiara. Sono nata a Pordenone il primo giugno 1948. Insegno dal 1966, forse questa è una cosa che so far bene perché amo il mio lavoro e soprattutto i bambini che ogni 5 anni mi vengono affidati.
  2. Essere iscritti all'Azione Cattolica per noi della famiglia è stato un onore e una tradizione. Ero Beniamina a sette anni perché andavo a vespero e all'adunanza con la nonna e la mamma.
    Ho avuto la fortuna di percorre questo periodo in presidenza accanto a Piero, è stata una grazia poiché ho imparato, dato, ricevuto, pregato; soprattutto sono stata rinforzata nella convinzione che in ACI cresci come cristiano adulto perché le scelte non sono più solo tue ma insieme e la coscienza si arricchisce di capacità di discernimento.
  3. Non è facile pensare al futuro, resta sempre nelle mani di Dio; tuttavia avverto la necessità che noi adulti e gli adulti-giovani ritroviamo l'entusiasmo dell'adesione, l'onore dell'appartenenza ad un progetto cosi grande come quello di essere cristiani impegnati. Penso ai Giovani, alle Famiglie, alle proposte frettolose che ricevono quotidianamente. Mi pare che all'ACI non spetti più il numero ma la qualità della proposta che anche un piccolo gruppo può testimoniare per il resto dei parrocchiani, magari abitudinari e distratti.

Marco Crema

  1. Mi chiamo Marco Crema, sono nato a Casarsa il 25.2.1966, ed ivi abito in via Segluzza n. 83/a. Sono sposato con Nadia (ex responsabile Agesci) e ho due bambini: Tommaso (10 anni) e Susanna (6). Lavoro in banca da 18 anni. Sono stato consigliere comunale a Casarsa per 5 anni. Da 9 anni sono in consiglio di amministrazione di una grossa cooperativa della provincia. Attualmente faccio parte del consiglio parrocchiale di AC di Casarsa come coresponsabile del settore adulti. Per diversi anni ho fatto l'animatore parrocchiale di gruppi giovanissimi di Ac. Sono stato presidente parrocchiale a Casarsa di Ac ed inoltre in equipe giovanissimi diocesana.
  2. Ho aderito all'Ac all'età di 15 anni con il mio gruppo parrocchiale post cresima, in quanto volevamo dare una chiara identità al nostro ritrovarsi. Negli anni, ho sempre rinnovato con forza la mia adesione all'Ac, infatti con la forza della parola del vangelo ho potuto trovare quegli stimoli che mi hanno permesso di lavorare in un mondo prevalentemente laico o il frequentare il mondo della politica o il superare momenti familiari particolarmente difficili.
  3. Ritengo importante per l'associazione trovare la giusta dimensione agli adulti-giovani ed alle giovani coppie, sia per chi è già impegnato in Ac, sia per chi è impegnato nel mondo del volontariato, sia per chi è impegnato in politica ma soprattutto per chi oltre al lavoro non ha niente altro. Un occhio di riguardo l'associazione dovrà darlo alla politica. Inoltre ritengo fondamentale che l'associazione mantenga sempre vivo il rapporto con le parrocchie ed i parroci. Ben vengano quindi gli incontri tra "diocesi" e "parrocchia.

Giacinto Catarossi

  1. Sono nato a Cortale, una piccola parrocchia della diocesi di Udine, il 13 febbraio 1946. Mi sono diplomato perito agrario a Cividale del Friuli nel 1966; iniziato a lavorare nel 1967, ho sempre operato nel settore dell'agricoltura ed ho cessato l'attività lavorativa col 30 giugno 2003. Mi sono sposato il 16 novembre 1969 con Flavia Gervasutti. Abbiamo due figli: Ilaria, nata il 3-5-71, e Mirco, nato il 7-7-73, che vivono con noi. Essendo stato assunto dall'Associazione provinciale allevatori di Pordenone, ho trasferito la residenza a San Quirino nel maggio del 1972, inserendomi nella comunità e nelle associazioni culturali e ricreative del paese (pro loco, corale, società pescatori, ...) anche assumendo incarichi di responsabilità. Nella parrocchia in cui sono nato e cresciuto fino ad undici anni, operava l'Azione Cattolica, alla quale, come tutti i fanciulli del paese e i miei due fratelli e tre sorelle maggiori, mi sono iscritto. A quei tempi le risorse erano piuttosto scarse e per saldare la quota associativa dell'Azione Cattolica ci si premurava, in famiglia, di allestire un bel presepio artigianale per accaparrarsi in premio, nell'annuale concorso, la tessera gratuita. Ho sospeso l'adesione quando, per verificare l'eventuale vocazione al sacerdozio, ho frequentato il seminario vescovile dall'anno 1957 al 1962. Ho, poi, proseguito gli studi e svolto l'attività lavorativa, nei primi anni, in località diverse e lontane dal paese di nascita. A San Quirino l'Azione Cattolica ha ripreso l'operatività, da anni tralasciata, nel 1988 con l'articolazione ragazzi ed il settore giovani. Nel 1991 si è arricchita del settore adulti al quale mi sono iscritto fin dall'inizio, assieme alla moglie, come coppia e poi, con le sue dimissioni, dal 2001 come singolo. Ho ricevuto il mandato di presedente dell'Associazione parrocchiale il 4 febbraio 1995 rimettendolo all'Assemblea il 15 gennaio 2005.
  2. Perché una volta? La mia vita di fede si andava trascinando senza stimoli ed entusiasmi; perciò, intravedendo nel ricostituendo settore adulti della parrocchia di San Quirino un'occasione per dare nuovo impulso al cammino di fede personale e nella famiglia, ho colto l'opportunità per riprendere l'adesione. Nel cammino formativo del gruppo trovavo un'insufficiente risposta alle mie attese; perciò, per una più profonda ed aggiornata conoscenza sui temi della fede, mi sono iscritto, ai corsi triennali dell'Istituto di Formazione Teologica e Promozione Umana di Pordenone. A livello spirituale ho tratto grande beneficio dai ritiri promossi all'inizio di quaresima dall'equipe diocesana adulti. Desiderando offrire un contributo in parrocchia ho intrapreso un cammino per propormi come accompagnatore di catechesi per gli adulti partecipando a vari incontri specifici promossi dall'ufficio catechistico diocesano. Frequento tuttora, inoltre, le settimane estive di formazione per catechisti per gli adulti, formatori ed operatori di pastorale organizzati dal Consiglio Catechistico Regionale Nord-Est di Verona.
    Perché oggi? La vita di fede necessita di una costante sollecitazione ed un continuo rinnovamento che, personalmente ho esperimentato proprio nell'Azione Cattolica, in particolare nell'assunzione, al suo interno, di compiti di accompagnamento per altre persone nei gruppi associativi di appartenenza. Nella consapevolezza che non è giusto, se non talvolta dannoso, improvvisarsi formatori di altri se non si è ampliamente informati e soprattutto convinti delle proposte formulate, sento il dovere di continuare a incrementare e aggiornare le competenze. Questa conoscenza arricchisce la vita di fede con la consapevolezza di essere infinitamente grati a Colui che ci dona la gioia di sentirci vivi per Sua grazia nell'attesa dell'incontro con Lui.
  3. Avendo concluso l'incarico di presidente parrocchiale e non essendo più vincolato dal rapporto di lavoro, penso di poter trovare del tempo per assumermi altri compiti nella società. In questo ambito sento il desiderio di dare la precedenza all'Azione Cattolica dalla quale ho ricevuto tanti benefici. Nell'ambito dell'Associazione Parrocchiale ho accettato l'incarico di vice presidente del Settore Adulti, nell'ambito del quale mi propongo di dare nuovo impulso e nuove sollecitazioni per il cammino spirituale. Se ci saranno le condizioni per dare qualche forma di contributo all'Associazione anche a livello diocesano, nei limiti delle mie competenze e capacità mi metto a servizio della nostra Chiesa locale nell'ambito dell'Azione Cattolica.

Fabio Giacomin

  1. Sono Fabio Giacomin, anni 43, insegnante di laboratorio, parrocchia di S. Giorgio Martire a Fontanafredda. Nel mandato che si sta chiudendo sono un semplice aderente. La mia è una realtà associativa piccola che si è venuta lentamente assottigliando negli ultimi due decenni.
  2. Le motivazioni che mi hanno portato ad aderire la prima volta e le motivazioni che mi portano ad aderire oggi. Ho conosciuto l'AC nel 1978 ai campi diocesani per giovanissimi e sono rimasto colpito dal modo in cui in associazione si parlava di Cristo e dallo spessore delle persone che ho incontrato sia tra gli aderenti che tra gli assistenti. Ritengo che oggi sia importantissimo il ruolo del laico nella Chiesa e per questo una associazione come la nostra sia indispensabile.
  3. Vedo impegnata l'AC in tutti i luoghi in cui il laico vive. Forse le priorità sono la parrocchia, dove scarseggiano i preti; la famiglia, come nucleo primo di crescita umana e sociale e luogo di prima evangelizzazione; la politica, intesa come ricerca del bene comune in una società che, deludendo le aspettative del terzo millennio, non sa trovare il modo di abbandonare la violenza e il sopruso del più forte verso il più debole.