Mi chiamo Silvio Ros, ho 40 anni e sono sposato. Abito a S. Quirino e la mia
parrocchia è quella di S. Quirino. La mia professione è quella di medico veterinario. Sono
stato Assessore nella legislatura negl'anni 1999-2003 per il comune di Zoppola. Attualmente
sono animatore del gruppo giovani e membro di equipe diocesana adulti di AC.
La prima volta: curiosità per le attività associative
Oggi: il vivere la chiesa nelle sue dinamiche di evangelizzazione nel quotidiano
Il futuro: un'associazione che si fa compagna di strada per le scelte del
quotidiano alla luce della Parola e della dottrina sociale della Chiesa.
Il mio nome è Corrado Zanetti, Ho 48 anni, sono sposato da 23 con Lucia ed ho una
figlia di 13 anni, Chiara. Appartengo alla parrocchia del Sacro Cuore di Pordenone e faccio
parte del consiglio parrocchiale di A. C. e sono vice presidente adulti.
La decisione di aderire all'Azione Cattolica insieme a mia moglie l'abbiamo presa
nel momento in cui abbiamo scelto di iscrivere nostra figlia all'ACR. Il motivo principale?
...per capire, crescere, imparare e camminare insieme come famiglia. Io mi ritengo fortunato
di vivere in una parrocchia dove A.C. è attiva in tutti i suoi settori, con un gruppo molto
valido di animatori ed educatori, notando purtroppo, che in altre realtà parrocchiali non è
così.
Per il prossimo triennio mi piacerebbe che A.C. Diocesana fosse più vicina alle
realtà parrocchiali dove mancano educatori, assistenti, animatori e di conseguenza gli
stimoli e la volontà per continuare.
Mi chiamo Marco Pasinato e vivo da un anno a Concordia Sagittaria in Largo Saccon
27\2; sono nato a Oderzo (TV) il 17 aprile 1971, sono sposato con Roberta e sto per
diventare papà. Sono Laureato in ingegneria gestionale e lavoro come programmatore della
produzione in un'industria del vetro. Durante l'ultimo mandato associativo non ho ricoperto
alcuna carica e non ho partecipato alla vita associativa per impegni di lavoro e per
dedicarmi alla formazione della mia nuova famiglia. Dopo che ci siamo trasferiti a Concordia
ho accolto l'invito a partecipare agli incontri adulti dando la disponibilità ad aderire con
grande e rinnovato entusiasmo al cammino associativo, potendo portare ora la mia esperienza
di lavoratore e di giovane famiglia.
Mi sono avvicinato all'AC quando avevo diciassette anni per trovare il supporto
formativo e per seguire un gruppo di giovanissimi che andava formandosi nella parrocchia di
Santa Rita in Portogruaro.
Ho dato la mia disponibilita' per il prossimo triennio, perché volevo ritrovare
i tanti amici con cui ho condiviso gli anni intensi dell'animazione e perché credo che l'AC
debba lavorare molto per ridisegnare l'impegno dei laici nelle nostre parrocchie.
Sono Michela Piva, ho 40 anni, lavoro presso lo IAL di Pordenone, che è un'agenzia
che organizza corsi di formazione. Sono della parrocchia di San Giorgio di Porcia.
Attualmente faccio parte dell'equipe diocesana adulti e sono membro del Consiglio diocesano
di AC per il settore adulti.
Ho aderito per la prima volta all'AC a 17 anni come educatrice dell'ACR. Era
finalmente l'occasione per poter fare qualcosa con e per i ragazzi. Con il tempo è poi
maturata la consapevolezza che in Azione Cattolica ho trovato una modalità di vivere la
Chiesa che mi piace e mi fa crescere. Condivido in modo convinto il suo dare priorità alla
formazione, la sua idea di servizio, il credere nella possibilità dei laici testimoni del
Vangelo nella quotidianità della vita.
Per il prossimo triennio vedo un'AC sempre più, tra e con la gente, nelle varie
situazioni di vita con un'attenzione particolare alla fascia dei giovani-adulti e alle
famiglie.
Mi chiamo Marisa Sut. Sono nata Cinto Caomaggiore (VE) il 12/01/1954 e sono
residente in Via Bandida n°28 a Cinto Caomaggiore (VE), dove si trova anche la mia
parrocchia. Sono casalinga, sono sposata ed ho tre figli. Oltre che ad essere un'aderente
di AC, faccio parte anche del Gruppo di Solidarietà del mio paese.
Le motivazioni che mi hanno spinto a questa mia adesione è quello di poter
aiutare gli altri.
Vedo l'impegno dell'AC molto importante per riuscire ad aiutare quelle persone
che in questi anni si sono allontanate dalla parola di Dio.
Mi chiamo Tiziana Capocasale, ho 46 anni, sono un'infermiera professionale, la
mia parrocchia è quella di S. Maria Maggiore di Cordenons, sono membro di equipe diocesana
del settore adulti dal 1998.
L'aver incontrato alcune persone di Azione Cattolica nel 1997, anno in cui ho
trasferito la mia residenza e la mia professione nel Friuli Occidentale, ha senza dubbio
contribuito a stimolare ulteriormente il desiderio di una ricerca interiore che ormai da
tempo sentivo come un'esigenza sempre più forte. La decisione libera e consapevole però,
di aderire proprio all'Azione Cattolica e non ad altri movimenti, è maturata qualche mese
dopo, in seguito alla partecipazione ad un convegno organizzato proprio dal settore adulti
che parlava del "Padre Nostro". E' stato per me un vero e proprio stravolgimento: mi è
parso di sentirne parlare come fosse la prima volta ed era proprio così che ne avrei sempre
voluto sentir parlare! Senza dubbio le motivazioni di base sono rimaste le stesse, ma oggi
sento sicuramente più forti il mio senso di appartenenza, il mio credere sincero ai princìpi
e ai valori su cui questa associazione si fonda, le mie esigenze di continuare a crescere
nella fede e di una formazione permanente.
Da sempre io sono un'eterna sognatrice ed anche per l'Azione Cattolica i miei sogni
sono tanti, ma soprattutto due, sono i desideri che porto nel mio cuore e che vedo come
urgenti:
Per quello che riguarda il mio settore, vorrei che fosse più valorizzato; ritengo
di fondamentale importanza far decollare un "percorso formativo serio" che permetta agli
adulti di crescere in autonomia ma, allo stesso tempo, in unità con gli altri settori e
con la Chiesa diocesana.
Mi piacerebbe potesse nascere una commissione diocesana preposta, dopo adeguata
formazione, di essere di supporto alle famiglie in difficoltà che purtroppo continuano
ad aumentare di numero: mi riferisco a quei laici cristiani che vivono od hanno vissuto
la grande sofferenza di una separazione o di un divorzio; coloro i quali non trovano più
una loro collocazione nella comunità parrocchiale o diocesana; coloro i quali si sentono
allontanati, scomodi in una comunità di"detti" cristiani. Non è facile comprendere fino
in fondo la profonda solitudine nella quale queste persone vivono, quanto hanno bisogno
di sentire il calore umano, l'accoglienza, la presenza... Questa potrebbe essere un'altra
modalità per mettersi a servizio, certamente non semplice, ma potrebbe essere pensata
come a una possibile sfida.
Mi chiamo Clorinda Del Bianco, ho 48 anni, sono sposata dall'83 con Mauro Capuzzo
e ho tre figli: René , Marcello e Gaia. Lavoro al Dipartimento ARPA di Pordenone in qualità
di chimico responsabile del servizio tematico analitico per tutto il giorno, la sera, la
notte; il fine settimana e tutte le feste faccio la moglie, la mamma, la casalinga e altro.
Sono della parrocchia di S. Martino, a S. Martino al Tagliamento. Faccio parte dell'AC da
quando ero beniamina. Seguo (o perseguito secondo alcuni) il gruppo educatori dell'ACR e
faccio parte da diversi mandati, del Consiglio Parrocchiale.
Non ricordo le motivazioni per cui mi sono iscritta la prima volta, molto
probabilmente ho condiviso le scelte dei miei genitori, entrambi appartenenti all'AC fin
da giovani, mio padre è stato tra i fondatori dell'AC nella parrocchia di S.Martino e ne
era molto fiero. Mia madre ha seguito mio padre, diventando anche per un periodo presidente
del gruppo donne di AC (non so se la definizione è corretta). Noi figli (otto per la
precisione) abbiamo seguito i genitori almeno fino all'adolescenza. Per quanto mi riguarda
ho cominciato a prendere coscienza dell'associazione alla fine delle scuole medie, quando
travolta dall'entusiasmo (sconsiderato) di Don Luigi Pedron (allora pioniere, assistente
della nascente ACR), sono stata nominata sul campo, all'età di 14-15 anni educatrice ACR
con il compito di promuovere la nascita e di seguire i primi gruppi della nuova realtà
dell'ACR, in parrocchia e in diocesi (non fraintendete, c'erano in diocesi, allora, pezzi
di grande calibro, io ero una piccolissima rotella, ma c'ero). Ho condiviso dell'Ac tutte
le battaglie per i diritti dei ragazzi, il protagonismo dei R., il valore della
coeducazione ecc. A partire dal rinnovamento della catechesi ho condiviso le proposte
dell'AC, di cammini differenziati per l'iniziazione cristiana dei ragazzi (catechesi
esperienziale..) e dei giovanissimi. Ho aderito all'AC e ancora ne faccio parte perché
è un modo di vivere e di essere Chiesa che mi è congeniale e mi piace pensare che lo è
anche per molte altre persone di età, estrazione sociale , nazionalità ...diverse. Così
c'e speranza di realizzare anche i progetti che sembrano impossibili!. L'AC vive nella
parrocchia. Ho sempre pensato alla parrocchia come a una famiglia di cui faccio parte e
che mi fa sentire serena e mi piace starci quando funziona, quando tutti si sentono
accolti... e mi stressa e mi fa stare a disagio quando è inerte, o vuota o... insomma mi
sento in parte responsabile di quello che succede in questa casa e sento il bisogno di dare
il mio contributo per renderla migliore. Credo che l'AC preveda anche questo nel suo
statuto. L'AC, secondo me, è una proposta per vivere il quotidiano della vita di fede
(e non sopravvivere ad esso). L'AC è una associazione di Laici Cristiani (senza nulla
togliere ai Presbiteri), e dato che i laici nella Chiesa sono in maggioranza e hanno il
compito e la possibilità di "inculturare di cristianesimo" (parolaccia d'altri tempi ma
di cui non trovo un sinonimo), la società umana, vorrei che diventasse veramente ciò che
è (ripresa di un vecchio slogan "AC diventa ciò che sei!").
Dire dove vedo l'AC impegnata nel prossimo futuro mi richiede una capacità di
sintesi che purtroppo non possiedo, mi limito a fare qualche esempio e neanche ordinato
in senso di importanza o priorità:
Dovrebbe rivedere la struttura formativa a partire dal ri-pensamento del cammino di
iniziazione cristiana proposto ai ragazzi e del posto che esso occupa all'interno delle
proposte della diocesi e della parrocchia.
Ripensare alle proposte rivolte ai giovani che (senza nulla togliere agli altri
settori) dovrebbero essere la forza trascinante dell'associazione come lo sono stati
all'origine (ricordo che i fondatori erano poco più che ventenni).
Rianimare gli adulti (troppo impegnati in altro? Troppo disillusi? Logorati?
Impigriti dalla televisione?) che, nonostante tutto, sono quelli che nella società
prendono le decisioni (o non le prendono che è lo stesso ma in senso contrario).
L'AC deve aiutare questa società a vivere la "multirazzialità" non come una
marmellata informe che assuma il colore della specie dominante ma così come voluta da
Dio (ciascuno a immagine di Dio e Dio lo sappiamo è Trinità).
Ecc. ecc.
L'AC è il quotidiano, quello di cui non si ha mai niente da dire, ma che se cominciamo a
descrivere impieghiamo una vita.
Sono Edda Sist, sposata con Claudio Portolan nel giugno del 69,
felicemente nonna di Alberto, Camilla, Emanuele e Mariachiara. Sono nata a Pordenone
il primo giugno 1948. Insegno dal 1966, forse questa è una cosa che so far bene
perché amo il mio lavoro e soprattutto i bambini che ogni 5 anni mi vengono
affidati.
Essere iscritti all'Azione Cattolica per noi della famiglia è stato un
onore e una tradizione. Ero Beniamina a sette anni perché andavo a vespero e
all'adunanza con la nonna e la mamma.
Ho avuto la fortuna di percorre questo periodo in presidenza accanto a Piero, è stata
una grazia poiché ho imparato, dato, ricevuto, pregato; soprattutto sono stata
rinforzata nella convinzione che in ACI cresci come cristiano adulto perché le scelte
non sono più solo tue ma insieme e la coscienza si arricchisce di capacità di
discernimento.
Non è facile pensare al futuro, resta sempre nelle mani di Dio; tuttavia
avverto la necessità che noi adulti e gli adulti-giovani ritroviamo l'entusiasmo
dell'adesione, l'onore dell'appartenenza ad un progetto cosi grande come quello di
essere cristiani impegnati. Penso ai Giovani, alle Famiglie, alle proposte
frettolose che ricevono quotidianamente. Mi pare che all'ACI non spetti più il
numero ma la qualità della proposta che anche un piccolo gruppo può testimoniare
per il resto dei parrocchiani, magari abitudinari e distratti.
Mi chiamo Marco Crema, sono nato a Casarsa il 25.2.1966, ed ivi abito in via
Segluzza n. 83/a. Sono sposato con Nadia (ex responsabile Agesci) e ho due bambini: Tommaso
(10 anni) e Susanna (6). Lavoro in banca da 18 anni. Sono stato consigliere comunale a
Casarsa per 5 anni. Da 9 anni sono in consiglio di amministrazione di una grossa cooperativa
della provincia. Attualmente faccio parte del consiglio parrocchiale di AC di Casarsa come
coresponsabile del settore adulti. Per diversi anni ho fatto l'animatore parrocchiale di
gruppi giovanissimi di Ac. Sono stato presidente parrocchiale a Casarsa di Ac ed inoltre
in equipe giovanissimi diocesana.
Ho aderito all'Ac all'età di 15 anni con il mio gruppo parrocchiale post cresima,
in quanto volevamo dare una chiara identità al nostro ritrovarsi. Negli anni, ho sempre
rinnovato con forza la mia adesione all'Ac, infatti con la forza della parola del vangelo
ho potuto trovare quegli stimoli che mi hanno permesso di lavorare in un mondo
prevalentemente laico o il frequentare il mondo della politica o il superare momenti
familiari particolarmente difficili.
Ritengo importante per l'associazione trovare la giusta dimensione agli
adulti-giovani ed alle giovani coppie, sia per chi è già impegnato in Ac, sia per chi
è impegnato nel mondo del volontariato, sia per chi è impegnato in politica ma soprattutto
per chi oltre al lavoro non ha niente altro. Un occhio di riguardo l'associazione dovrà
darlo alla politica. Inoltre ritengo fondamentale che l'associazione mantenga sempre vivo
il rapporto con le parrocchie ed i parroci. Ben vengano quindi gli incontri tra "diocesi"
e "parrocchia.
Sono nato a Cortale, una piccola parrocchia della diocesi di Udine, il 13 febbraio
1946. Mi sono diplomato perito agrario a Cividale del Friuli nel 1966; iniziato a lavorare
nel 1967, ho sempre operato nel settore dell'agricoltura ed ho cessato l'attività lavorativa
col 30 giugno 2003. Mi sono sposato il 16 novembre 1969 con Flavia Gervasutti. Abbiamo due
figli: Ilaria, nata il 3-5-71, e Mirco, nato il 7-7-73, che vivono con noi. Essendo stato
assunto dall'Associazione provinciale allevatori di Pordenone, ho trasferito la residenza
a San Quirino nel maggio del 1972, inserendomi nella comunità e nelle associazioni culturali
e ricreative del paese (pro loco, corale, società pescatori, ...) anche assumendo incarichi
di responsabilità. Nella parrocchia in cui sono nato e cresciuto fino ad undici anni,
operava l'Azione Cattolica, alla quale, come tutti i fanciulli del paese e i miei due
fratelli e tre sorelle maggiori, mi sono iscritto. A quei tempi le risorse erano piuttosto
scarse e per saldare la quota associativa dell'Azione Cattolica ci si premurava, in
famiglia, di allestire un bel presepio artigianale per accaparrarsi in premio, nell'annuale
concorso, la tessera gratuita. Ho sospeso l'adesione quando, per verificare l'eventuale
vocazione al sacerdozio, ho frequentato il seminario vescovile dall'anno 1957 al 1962.
Ho, poi, proseguito gli studi e svolto l'attività lavorativa, nei primi anni, in località
diverse e lontane dal paese di nascita. A San Quirino l'Azione Cattolica ha ripreso
l'operatività, da anni tralasciata, nel 1988 con l'articolazione ragazzi ed il settore
giovani. Nel 1991 si è arricchita del settore adulti al quale mi sono iscritto fin
dall'inizio, assieme alla moglie, come coppia e poi, con le sue dimissioni, dal 2001
come singolo. Ho ricevuto il mandato di presedente dell'Associazione parrocchiale il 4
febbraio 1995 rimettendolo all'Assemblea il 15 gennaio 2005.
Perché una volta? La mia vita di fede si andava trascinando senza stimoli ed
entusiasmi; perciò, intravedendo nel ricostituendo settore adulti della parrocchia di
San Quirino un'occasione per dare nuovo impulso al cammino di fede personale e nella
famiglia, ho colto l'opportunità per riprendere l'adesione. Nel cammino formativo del
gruppo trovavo un'insufficiente risposta alle mie attese; perciò, per una più profonda
ed aggiornata conoscenza sui temi della fede, mi sono iscritto, ai corsi triennali
dell'Istituto di Formazione Teologica e Promozione Umana di Pordenone. A livello
spirituale ho tratto grande beneficio dai ritiri promossi all'inizio di quaresima
dall'equipe diocesana adulti. Desiderando offrire un contributo in parrocchia ho
intrapreso un cammino per propormi come accompagnatore di catechesi per gli adulti
partecipando a vari incontri specifici promossi dall'ufficio catechistico diocesano.
Frequento tuttora, inoltre, le settimane estive di formazione per catechisti per gli
adulti, formatori ed operatori di pastorale organizzati dal Consiglio Catechistico
Regionale Nord-Est di Verona. Perché oggi? La vita di fede necessita di una costante sollecitazione ed un
continuo rinnovamento che, personalmente ho esperimentato proprio nell'Azione Cattolica,
in particolare nell'assunzione, al suo interno, di compiti di accompagnamento per altre
persone nei gruppi associativi di appartenenza. Nella consapevolezza che non è giusto,
se non talvolta dannoso, improvvisarsi formatori di altri se non si è ampliamente informati
e soprattutto convinti delle proposte formulate, sento il dovere di continuare a
incrementare e aggiornare le competenze. Questa conoscenza arricchisce la vita di fede con
la consapevolezza di essere infinitamente grati a Colui che ci dona la gioia di sentirci
vivi per Sua grazia nell'attesa dell'incontro con Lui.
Avendo concluso l'incarico di presidente parrocchiale e non essendo più vincolato
dal rapporto di lavoro, penso di poter trovare del tempo per assumermi altri compiti nella
società. In questo ambito sento il desiderio di dare la precedenza all'Azione Cattolica
dalla quale ho ricevuto tanti benefici. Nell'ambito dell'Associazione Parrocchiale ho
accettato l'incarico di vice presidente del Settore Adulti, nell'ambito del quale mi
propongo di dare nuovo impulso e nuove sollecitazioni per il cammino spirituale. Se ci
saranno le condizioni per dare qualche forma di contributo all'Associazione anche a livello
diocesano, nei limiti delle mie competenze e capacità mi metto a servizio della nostra Chiesa
locale nell'ambito dell'Azione Cattolica.
Sono Fabio Giacomin, anni 43, insegnante di laboratorio, parrocchia di S. Giorgio
Martire a Fontanafredda. Nel mandato che si sta chiudendo sono un semplice aderente. La mia
è una realtà associativa piccola che si è venuta lentamente assottigliando negli ultimi due
decenni.
Le motivazioni che mi hanno portato ad aderire la prima volta e le motivazioni
che mi portano ad aderire oggi. Ho conosciuto l'AC nel 1978 ai campi diocesani per
giovanissimi e sono rimasto colpito dal modo in cui in associazione si parlava di Cristo
e dallo spessore delle persone che ho incontrato sia tra gli aderenti che tra gli
assistenti. Ritengo che oggi sia importantissimo il ruolo del laico nella Chiesa e per
questo una associazione come la nostra sia indispensabile.
Vedo impegnata l'AC in tutti i luoghi in cui il laico vive. Forse le priorità
sono la parrocchia, dove scarseggiano i preti; la famiglia, come nucleo primo di crescita
umana e sociale e luogo di prima evangelizzazione; la politica, intesa come ricerca del
bene comune in una società che, deludendo le aspettative del terzo millennio, non sa
trovare il modo di abbandonare la violenza e il sopruso del più forte verso il più
debole.